La necessità di conoscere il proprio territorio, trasportare materiali e procacciare viveri ha
spinto le antiche popolazioni native di ogni parte del mondo a cercare un mezzo per spostarsi sulle
acque. Attraverso l’utilizzo di materiali messi a disposizione dalla natura, metodi e strumenti
primitivi, ma semplici ed efficaci, sono riuscite a realizzare differenti tipi di imbarcazioni.
Dalle pelli di foca tese su telai di ossa di balena, ai tronchi di legno scavato, tavole di balsa,
passando per fasci di canne o papiri. Molte e diverse furono le tecniche di costruzione, dettate
dalle specifiche necessità dei nativi e dalle risorse a disposizione.
Nelle foreste del Nord America, grazie alla grande quantità di legname disponibile, si sviluppava
invece una tecnica che, attraverso l’utilizzo di cortecce di betulla saldate con resina e cucite con
radici e tendini su un telaio di listelli di conifera od acero, ha dato origine alla Canoa, un mezzo
leggero e affidabile, con una grande capacità di carico e realizzabile in poco tempo.
Nei secoli seguenti “ l’uomo bianco”, pur mantenendo le linee e le proporzioni di quegli antichi
manufatti, ha utilizzato listelli di cedro uniti in fasciame su un telaio di altri legni e in tempi
più recenti, dapprima la vetroresina o l’alluminio ed in seguito i moderni materiali plastici ed i
compositi con fibre sintetiche.
Sulla scia di Francia e Inghilterra, anche in Italia, tra la fine dell’ 800 e i
primi del ‘900, vengono costruite da diversi cantieri barche con forme simili alla canoa, a volte
anche armate con scalmi e remi.
Negli gli anni ‘60 e ‘70 si diffondono moltissimi modelli di canadesi in vetroresina realizzati in
Italia, prodotti anche ai nostri giorni. Dopo una fugace apparizione di imbarcazioni in alluminio,
bisogna però aspettare la fine degli anni ‘80 per trovare modelli di importazione che riproducano le
vere caratteristiche delle canoe classiche. Old Town, il primo marchio presente sui nostri mercati,
utilizza nella costruzione dello scafo il polietilene in sandwich, insieme a Coleman che lo usa in
uno strato singolo rinforzato da tubi di alluminio.
La disponibilità di imbarcazioni non è però accompagnata da quella di informazioni in italiano su
come utilizzarla correttamente, unica eccezione, “la bibbia”: le cassette VHS di Bill Mason che
circolano clandestinamente di mano in mano, tra i pochi appassionati.
La cultura della canoa comincia però a diffondersi, anche in edicola, grazie a Mauro Martini che
pubblica vari articoli di tecnica sulla rivista Canoa & Rafting.
Arrivando ai nostri giorni, in Italia, moltissime società, club e federazioni, raggruppano
utilizzatori di canoa e kayak, ma tra queste, pochissimi conoscono le canoe classiche.
Ad aprile 2008, durante la Discesa Internazionale del Tevere, un gruppo di appassionati
di canoa canadese decide di organizzare a maggio il I Raduno di Canoe Canadesi Classiche sul lago di Barrea, in Abruzzo.
Considerando che in Italia gli estimatori delle canoe canadesi aperte non sono così rari, seppur dispersi
sull'intero territorio del paese, notando che pochi conoscono le tecniche corrette di conduzione di
queste imbarcazioni e che non ci sono scuole specifiche, danno vita ad AICAN e il 28 Agosto 2008
viene depositato l’atto fondativo.
Da quel giorno abbiamo coinvolto centinaia di appassionati nelle nostre attività ed incrementato il
numero dei soci, costantemente in crescita.
In questi anni abbiamo organizzato: raduni, discese fluviali, meeting internazionali, workshop e
corsi per favorire le occasioni di incontro e migliorare la formazione.
Abbiamo allacciato relazioni con l’estero collaborando con istruttori di ACA e Paddle Canada, le
principali associazioni americane.
E' stato realizzato il sito, un forum di comunicazione e una pagina su facebook, per contattare
altri appassionati, chiedere consigli, condividere foto, pubblicare le proprie foto ed
esperienze.
Nuovi modelli di marchi esteri, circolano tra di noi, molti hanno iniziato a costruirsi splendide
canoe in legno e pagaie tradizionali, associazioni specifiche sono nate nei territori, Enti e
Federazioni hanno iniziato ad occuparsi della "Canoa Canadese", come viene denominata in Italia.